Caldaia a camera aperta e normativa: facciamo chiarezza


Le norme europee tendono a salvaguardare, in un’ottica più attenta, l’ambiente circostante. Tutto ciò per ridurre per quanto possibile l’inquinamento atmosferico responsabile dell’aumento della temperatura terrestre. Fra i tanti argomenti che vengono trattati nelle normative, vi è quello della caldaia a camera aperta. Le direzioni di legge confluiscono nella messa fuori produzione di questo tipo di caldaie, in favore di quelle a condensazione, per una riduzione delle emissioni inquinanti. In questo articolo spiegheremo cosa indica la norma ad oggi vigente e quali siano le conseguenze per i possessori di tale elettrodomestico.

Come si sono evolute le norme europee e italiane?

Da qualche anno l’Europa ha sancito l’obbligo, per i generatori di calore per il riscaldamento e per la generazione di acqua sanitaria, di introdurre un’etichetta che determini la scala di classificazione energetica del prodotto. Questa scala varia da A++ a G per le caldaie a condensazione e per le pompe di calore. Da A a G per gli scaldacqua a pompa di calore. Le etichette devono essere applicate, come prevede la legge, sul dispositivo in uso ed essere chiare e visibili all’utenza.
Successivamente si determinano i livelli massimi di produzione di sostanze nocive a 56 mg/kWh per i combustibili gassosi e 120 mg/kWh per quelli liquidi. La conseguenza di questi limiti è che le caldaie a camera aperta (che superano necessariamente questi livelli) sono fuori produzione.
Nel 2019 inoltre vengono eliminate le classi di minore efficienza energetica, ridistribuendo la scala possibile da A++ a D, così da valorizzare quelle a maggior risparmio energetico.

L’unica eccezione permessa in deroga a questa legge riguarda gli edifici plurifamiliari che stiano sostituendo generatori che scaricano i fumi nelle canne fumarie collettive. Questi possono provvedere alla messa in uso di una caldaia a camera aperta, come da permesso.

Cosa significa la nuova norma per chi possiede una caldaia a camera aperta?

La normativa ha così messo fine alla produzine e installazione di caldaie a camera aperta, eccezion fatta per il caso di cui sopra.
Chi ancora ne possiede una perfettamente funzionante può continuare ad usufruirne fino a che non risulterà necessario cambiarla. A questo punto però, sarà necessario sostituirla necessariamente con una a condensazione, con una classe energetica conforme a quelle attualmente in vendita. Fino a quel momento, non vi sono obblighi di preventiva sostituzione.
Indubbio è il fatto che la caldaia a condensazione sia la soluzione più efficiente, sia per le emissioni inquinanti nettamente ridotte rispetto a quella a camera aperta, sia per un risparmio economico di chi sceglie di usufruirne.
Infatti, le caldaie a condensazione permettono all’utente di risparmiare sulle bollette e sugli interventi di manutenzione.